Non lungi assai dagli Ernici confini
S’erge, tra gli altri Colli, un Colle ameno,
E ne’ suoi lati, e spaziosi fini
Placido scorre il torbido Taleno.
D’ambre soavi, e liquidi rubini
Fecondo Bacco il pensile terreno,
Ch’eguagliando Cretesi, e i Falanghini,
Ne gode il ricco, il comodo e l’egeno.
Pofi, parlo di te: il Ciel secondo,
Sortisti con stupor d’arte, e natura,
Se Opra di Numi sei, e non del Mondo.
Cibel ti diè proporzionata altura,
Giove fecondità, nido giocondo.
Saturno fu ch’edificò tue muraipsum
Giovan Battista Marino