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Chiese e Palazzi di Pofi

Pofi conta un buon numero di chiese dentro e fuori il nucleo urbano. Chiesa di Santa Maria, di San Pietro e di S.Antonino Martire. Inoltre numerosi sono i palazzi storici presenti nel Paese.
La maggior parte dei monumenti conservatisi nel tempo sono concentrati nel centro storico del paese. Per centro storico un tempo si intendeva tutta la parte del centro abitato racchiusa nelle mura del fortilizio, parte tutt’oggi lambita dalla circonvallazione (“gliù girette”), le cui uniche porte d’ingresso erano quelle “Dell’Ulivo” e “Del Merangolo”.


Chiesa di Sant'Antonino





Il complesso della Chiesa di Sant’Antonino sorge presso i limiti nord-orientali dell’abitato di Pofi, in contrada La Cupa: è costituito dall'impianto della chiesa stessa, ad una navata, e da un'adiacente torre campanaria. Lo stile architettonico, concordato dagli studiosi, si riferisce al protoromanico: prevale, infatti, una componente artistica sobria, quasi spoglia. L’intera costruzione è in pietra basaltica lasciata a vista. Esternamente la porta principale è sormontata da una lunetta a tutto sesto priva di dipinti e sculture. La navata, di forma rettangolare, tende ad inclinarsi leggermente verso destra unendosi alla torre campanaria.

Quest'ultima, costituita su un alto basamento, risulta essere priva di aperture ed è coronata da due fasce di ordini architettonici scanditi da una bifora per lato. Presso il presbiterio è presente un unico altare al disotto del quale si trova la cripta. Dalla conformazione, dallo stile architettonico e da particolari salienti, si presume che la sezione del presbiterio/cripta e la torre campanaria siano le strutture più antiche del complesso, risalenti al periodo compreso fra l'XI e il XII secolo (inizialmente erano divise l’una dall’altra, la parte antistante fu aggiunta alcuni secoli dopo, creando la struttura pervenuta sino ad oggi).

All’interno il soffitto è in legno con travi a vista, il pavimento in cotto e la controfacciata è quasi totalmente affrescata. Il dipinto raffigura il Giudizio Universale e risale, verosimilmente, alla prima metà del XV secolo: si tratta, con ogni probabilità, di un'opera di artisti della scuola umbro-laziale. All’interno, a ridosso dell’arcone che segna il passaggio al presbiterio rialzato, è murata una trave lignea intagliata che presenta un motivo di clipei alternati a quadrilobi. La trave per struttura e impianto decorativo sembra essere stata in origine parte di una iconostasi lignea.


The complex of the Church of Sant'Antonino is located on the north-eastern outskirts of Pofi, in the La Cupa district. It consists of the actual church, with a single nave, and the adjacent bell tower. The architectural style, agreed by scholars, is proto-Romanesque, characterized by a predominantly austere and almost bare artistic component. The entire structure is made of exposed basalt stone. Externally the main door is surmounted by a semicircular arch without paintings or sculptures. The rectangular nave slopes slightly to the right, flowing into the bell tower.

The tower, built on a high base, has no openings and is crowned by two bands of architectural orders punctuated by a mullioned window on each side. Near the presbytery there is a single altar under which the crypt is located. The presbytery/crypt section and the bell tower are presumed to be the oldest parts of the complex, dating back to the period between the 11th and 12th centuries. They were initially separated, and the front was added several centuries later, creating the structure that has survived to the present day.

Inside, the ceiling is made of wood with exposed beams, the floor is in terracotta, and the counter-façade is almost entirely frescoed. The painting depicts the Last Judgment and probably dates back to the first half of the 15th century, probably from the Umbria-Lazio school. Inside, near the arch that marks the passage to the raised presbytery, a carved wooden beam is set, with alternating shield and quatrefoil motifs. Structurally and decoratively the beam appears to have originally been part of a wooden iconostasis.








Torre dell'orologio - Anno 1300




La Torre dell'Orologio, è una caratteristica costruzione del borgo Pofi, simbolo di elevazione e di dominio. Edificata nella prima meta del XIV secolo, alta 25 metri, a scapoli regolari, ha quattro piani ed è essenzialmente costruita in pietra basaltica locale. All’interno del terzo piano è affrescata una Crocifissione trecentesca e attualmente la torre è adibita a orologio pubblico. Nasce, infatti, con l'obiettivo di controllare le terre circostanti. Imponente strumento di vigilanza sul colle vulcanico di Pofi, permette il monitoraggio dell'intero territorio con lo scopo di prevedere eventuali attacchi nemici. Centinaia di anni fa le vedette scrutavano l’orizzonte in cerca di un eventuale pericolo, mentre i Signori di Pofi osservavano i loro territori; oggi la Torre scandisce e regola il tempo del borgo e delle campagne circostanti. Nel Maggio del 1920, fu posizionata sulla facciata esterna della torre una targa marmorea, in cui sono riportati i nomi dei caduti della prima guerra mondiale della città di Pofi. Da secoli chi si accinge a raggiungere Pofi, rimane affascinato dalla sua struttura possente, dal suo profilo così regolare e dal suo colore plumbeo che richiama le origini vulcaniche di Pofi.

The Clock Tower is a characteristic structure of the village of Pofi, a symbol of elevation and dominance. Built in the first half of the 14th century, it is 25 meters high with regular bachelors, spread over four floors and is built mainly in local basalt stone. Inside the third floor there is the fourteenth-century fresco of the Crucifixion. Currently the tower serves as a public clock. It was originally designed to monitor the surrounding lands. A formidable surveillance tool on the volcanic hill of Pofi, it allowed the monitoring of the entire territory to predict possible enemy attacks. Hundreds of years ago lookouts scanned the horizon for possible dangers, while the Lords of Pofi observed their lands. Today the tower marks the time of the village and the surrounding countryside. In May 1920, on the external façade of the tower, a marble plaque was placed listing the names of Pofi's fallen soldiers in the First World War. For centuries, those who approach Pofi have been fascinated by its imposing structure, its regular profile and its leaden colour, which recalls Pofi's volcanic origins.




Porta del Melangolo XIII sec.




La Porta del Melangolo rappresenta uno degli antichi ingressi monumentali di Pofi. Collocata su una delle vie di accesso più importanti era anche parte sostanziale della formidabile macchina protettiva della rocca. Si tratta, essenzialmente, di un doppio passaggio a manica perpendicolare con tripla chiusura difensiva. Circa un secolo dopo la sua edificazione, avvenuta nel XIII secolo, inglobati nelle mura, vengono realizzati i torrioni. Nella toponomastica locale rimangono i nomi delle famiglie che li possedettero: i torrioni, infatti, tuttora esistenti, sono noti come torrioni Ronci, Azzoli e Pesci. Esiste, inoltre, un quarto pseudo-torrione che si trova di fronte l’abitato, fuori la cinta delle mura di incastellamento, inglobato nella chiesa di Sant’Andrea. Molto probabilmente, in caso di assedio, vista la sua posizione strategica e la sua conformazione, fungeva da isola difensiva.

The Porta del Melangolo represents one of the ancient monumental entrances of Pofi. Situated on one of the main access roads, it also formed a substantial part of the formidable defense system of the fortress. It essentially consists of a double perpendicular pass with triple defensive closures. About a century after its construction, in the 13th century, they were incorporated into the walls of the towers. Local toponymy preserves the names of the families who owned them: the towers, which still exist, are known as the Ronci, Azzoli and Pesci towers. There is also a fourth pseudo-tower located in front of the settlement, outside the fortified walls, incorporated into the Church of Sant'Andrea. Most likely, due to its strategic position and structure, it served as a defensive island in the event of a siege.




Colleggiata S. Maria Maggiore XII sec.




La prima notizia della chiesa di S. Maria si ha nella Bolla di Papa Pasquale II dell’anno 1108. Essa era com- presa nel fortilizio del castello ma era di piccole dimen- sioni e dalla struttura fatiscente. Nella prima metà del 1700 si decise di non proseguire con continui rabberciamenti e restauri ma di demolire il tutto per costruire una nuova strut- tura progettata dall’architetto G. Giovannini. La nuova chiesa è costituita da di un battistero, da un corpo centrale a croce greca, di sei cappelle dedicate rispettivamen- te: a S. Giovanni Battista; a San Giuseppe, Antonio e Carlo; a San Michele Arcangelo; a Santa Maria del Soccorso; a San Se- bastiano e al SS.mo Rosario. Oggi, dopo continui ammoder- namenti, presenta una struttura a tre navate, una sacrestia e una facciata principale con una porta centrale e due laterali. L’insieme è una tipica espressione del settecento, lontana però da ogni enfasi barocca.




Monumento ai soldati canadesi




Eretto il 2 giugno 2018 commemora la liberazione dal nazi-fascismo avvenuta il 29 maggio 1944 da parte della 5^ Divisione Corazzata Canadese. l’11^ Brigata di Fanteria fu incaricata di liberare il centro storico di Pofi. Il Reggimento Perth ebbe il compito di entrare per primo nel centro storico e subito spingere una compagnia verso Arnara, mentre il Reggimento Cape Breton Highlanders consolido la posizione. Dopo oltre 7 mesi di occupazione Nazi-Fascista, Pofi veniva liberata.

This monument, erected on June 2, 2018, commemorates the liberation from Nazi-fascism on May 29, 1944, by the 5th Canadian Armored Division. The 11th Infantry Brigade had the task of liberating the historic center of Pofi. The Perth Regiment was assigned the task of entering the historic center first and immediately pushing a company towards Arnara, while the Cape Breton Highlanders Regiment consolidated the position. After over 7 months of Nazi-Fascist occupation, Pofi was freed




Palazzo del Municipio




Le prime tracce documentate del Castrum di Pofi si hanno intorno al 1019, in una pergamena custodita nell’archivio dell’abbazia di Montecassino. Il fortilizio iniziò ad avere una struttura complessa con la costruzione della prima torre, detta anche “Torre Mastra”, edificata tra la fine del XI e gli inizi del XII secolo: fu il primo caposaldo della fortificazione. In prossimità di questo luogo umili genti trovavano rifugio e crearono alle pendici del colle fortificato, le prime abitazioni. La Torre Mastra insieme al castello subirono ingenti danni dopo l’incendio appiccato dal Re Normanno Guglielmo I di Sicilia, nel 1155, e a seguito del saccheggio perpetrato dall’esercito di Enrico VI nel 1186. Per rinforzare il sistema difensivo, che si era dimostrato inadeguato a difendere beni e persone, tra la fine del XII e agli inizi del XII, iniziò la costruzione di altre tre torri, che vennero collegate tra loro tramite mura robuste in aggiunta alla già preesistente torre pentagonale, creando così un complesso fortificato “virtualmente” inespugnabile. Agli occhi della popolazione locale e di quelli di chi attraversando quelle terre avesse avuto male intenzione, la vista della rocca, nera come la pece per via della pietra utilizzata per la costruzione dell’intero complesso, doveva incutere paura e timore. Arrivata ai giorni nostri, tale struttura è sede del palazzo comunale.

The first documented traces of the Castrum of Pofi date back to around 1019, in a parchment preserved in the archive of the Abbey of Montecassino. The fort began to develop a complex structure with the construction of the first tower, also called "Torre Mastra", built between the end of the 11th and the beginning of the 12th century. It was the first stronghold of the fortification. Near this place humble people sought refuge and created the first homes at the foot of the fortified hill. The Torre Mastra, together with the castle, suffered considerable damage after being set on fire by the Norman king William I of Sicily in 1155 and after being sacked by the army of Henry VI in 1186. To strengthen the defensive system, which proved inadequate in protecting goods and people, between the end of the 12th and the beginning of the 13th century the construction of three other towers began. These towers were connected by sturdy walls in addition to the pre-existing pentagonal tower, creating a practically impregnable fortified complex. To the local population and to anyone who crossed those lands with bad intentions, the sight of the fortress, black as pitch due to the stone used for the entire complex, must have instilled fear and terror. This structure has survived to the present day and is now the seat of the town hall.




Piazza Vittorio Emanuele




Un tempo chiamata Piazza del Mercato, ed oggi meglio conosciuta come Piazzone. Nel 1912 la piazza, venne munita di un fontanile di pregevole fattura. La fontana denominata ancora oggi “Pilóne”, originariamente in pietra calcarea; purtroppo andata distrutta durante il secondo conflitto mondiale, successivamente ricostruita diverse volte. Oggigiorno Piazza Vittorio Emanuele è il “luogo” per antonomasia, il luogo dell’incontro, dell’amicizia, dello scambio, ma anche scenario di feste e manifestazioni.

Once called Piazza del Mercato and today better known as Piazzone, the square was equipped with a fountain of exquisite workmanship in 1912. This fountain, still known today as “Pilóne”, was originally made of limestone; unfortunately it was destroyed during the Second World War and has since been rebuilt several times. Today Piazza Vittorio Emanuele is the meeting place par excellence, a place for meetings, friendships and exchanges, as well as the setting for parties and events.




Monumento ai Caduti LARGO MOSCARDINI




Inaugurato il 4 novembre 1950, il monumento ai caduti della seconda guerra mondiale in Largo Girolamo Moscardini è costituito da una colonna marmorea donata dall’allora Sindaco di Roma Salvatore Rebecchini e proveniente dai fori romani; oltre questa colonna, circondata da cipressi, vi sono due lapidi, una riportano i nomi dei civili vittime del conflitto, l’altra militari caduti e dispersi durante il periodo bellico.

Inaugurated on 4 November 1950, the monument to the fallen of the Second World War in Largo Girolamo Moscardini consists of a marble column donated by the then mayor of Rome, Salvatore Rebecchini, coming from the Roman forums. In addition to this column, surrounded by cypresses, there are two plaques: one bearing the names of the civilian victims of the conflict, and the other commemorating the soldiers killed or missing during the war.




Chiesa di San Pietro Apostolo XII sec.




La Chiesa di San Pietro, sita in Pofi, ha origini molto antiche. Notizie frammentarie giungono a noi tramite una Bolla di Urbano II del 1090, oltre ciò non ci sono pervenute notizie riguardo la sua edificazione. Il complesso era inizialmente costituito da un’unica navata, in successivamente venne ampliato con l’aggiunta di una navata minore sul lato sinistro, nonché di un cappellone nella linea del transetto. Sin dalla sua costruzione ebbe grande rilievo nella comunità di Pofi. Nel 1699 Gio. Battista De Carolis, uomo di rilievo nella comunità Pofana, dopo anni di insistenti richieste di fondare nella propria Terra un Convento di Francescani ricevette l’approvazione da Papa Innocenzo XII. Nel 1704 il Convento fu completato: esso disponeva di ventotto celle, un chiostro con cisterna, un refettorio, cucina, dispensa, un’infermeria ed un orto recintato da un robusto muro. Venne posizionata una lapide sul presbiterio in ricordo della famiglia De Carolis e della fondazione del Convento. I lavori però non si limitarono alla costruzione del convento, ma anche nella restaurazione della chiesa di San Pietro: ampliandola, abbassando il pavimento per livellarlo con l’area esterna, dotandola di cinque altari e sistemando la piazza con selciatura. L’ultima appendice architettonica fu eseguita nel 1739 con la costruzione di 14 Cappellette raffiguranti la Via Crucis.

Located in Pofi, the Church of San Pietro has very ancient origins. Fragmentary information comes to us from a Bull of Urban II of 1090, but no other details on its construction have reached us. Initially the complex consisted of a single nave, subsequently expanded with the addition of a smaller nave on the left side and a large chapel aligned with the transept. Since its construction it has had great importance in the community of Pofi. In 1699 Gio. Battista De Carolis, a leading figure in the community of Pofi, after years of insistent requests to found a Franciscan convent in his land, obtained approval from Pope Innocent XII. The convent was completed in 1704, equipped with twenty-eight cells, cloister with cistern, refectory, kitchen, pantry, infirmary and garden enclosed by a sturdy wall. A plaque has been placed on the presbytery in memory of the De Carolis family and the foundation of the convent. The works, however, did not stop with the construction of the convent; it also included the restoration of the Church of San Pietro: expanding it, lowering the floor to level it with the external area, equipping it with five altars, and paving the square. The last architectural expansion was carried out in 1739 with the construction of 14 chapels depicting the Via Crucis.




Chiesa di San Rocco XVII sec.




La costruzione della chiesa di San Rocco risale al XVII secolo, quando, nello stato della Chiesa si diffuse una terribile pestilenza che manifestatasi, pare, in Spagna, si estese in Sardegna, Campania e nel nostro territorio. Fu in dipendenza a tali vicende che si diffuse il culto per il san- to, al quale vennero dedicate chiese e cappelle in vari luoghi. La costruzione della chiesa di San Rocco a Pofi risale proprio al1656, anno in cui la peste si stava propagando in tutta Italia e anche molti cittadini di Pofi rimasero contagiati. La prima chiesa, costruita con il contributo di molti cittadini, era situata in via Guglielmo Marconi. Questa fu distrutta, prima da un terre- moto negli anni ’20 e poi nel maggio del ’44 fu danneggiata in maniera irreparabile dai bombardamenti delle truppe alleate. La nuova struttura fu edificata in via San Giorgio e ivi si può ancora ammirare la statua lignea del Santo, rimasta miracolosamente intatta dopo i bombardamenti dell’ultima guerra. La festa in onore di San Rocco ricade il 16 agosto di ogni anno.




Chiesa Sant’ Andrea Apostolo XV sec.




La Chiesa di Sant'Andrea Apostolo è una delle strutture architettoniche più caratteristiche del Borgo di Pofi. Situata nelle prossimità del centro storico, fuori dall’antica cinta muraria, sorge a pochi passi dalla Porta del Merangolo. Le fonti storiche, menzionano la presenza della chiesa dal XVI secolo, ma probabilmente la sua edificazione è di qualche secolo anteriore. L’architettura esterna è molto particolare, ciò è dovuto principalmente alla torre campanaria e alla porzione posteriore dell’altare, l’aspetto peculiare della struttura rende l’idea di un fortilizio; le ipotesi di un suo utilizzo strategico-militare sono avvalorate dalla posizione dominante sull’antica strada denominata “Costa della Villa”. All'interno sono presenti le statue dei Sant’Andrea, Filippo e Giacomo. La facciata esterna è riconducibile a maestranze milanesi settecentesche. Nella parte superiore vi è l’iscrizione: D.O.M DILEXIT ANDREAM DOMINUS S.M.E. Nella parte inferiore, si apre al centro un portale d’ingresso, al quale si accede da una scalinata in pietra calcarea.

The Church of Sant'Andrea Apostolo is one of the most distinctive architectural structures in the village of Pofi. Located near the historic center, outside the ancient walls, it stands a few steps from the Porta del Merangolo. Historical sources mention the church's presence since the 16th century, although its construction likely dates back a few centuries earlier. The exterior architecture is very peculiar, mainly due to the bell tower and the rear portion of the altar. The structure's distinctive appearance gives the impression of a fortress; the strategic-military use hypotheses are supported by its dominant position on the ancient road known as “Costa della Villa.” Inside, there are statues of Saints Andrew, Philip, and James. The exterior facade is attributed to 18th-century Milanese craftsmen. The upper part features the inscription: D.O.M DILEXIT ANDREAM DOMINUS S.M.E. In the lower part, a central entrance portal is accessible via a limestone staircase.




Palazzo Colonna




Palazzo Colonna, viene costruito agli inizi del XVII secolo per volere del Principe Filippo I Colonna, tramite l’unificazione delle due torri di guardia, la nord-est e la sud-est (nella muratura rimane ancora traccia di questa operazione architettonica). I lavori terminano nel 1728 e sin da subito il palazzo diviene sede dell’Uditore Generale dello Stato di Pofi. La sua edificazione è molto importante da un punto di vista amministrativo e burocratico poiché incarna l’essenza stessa del potere che, in quel momento storico, rivestiva la capitale dello Stato di Pofi: è luogo cardine della vita politica e giudiziaria del territorio.

Built at the beginning of the 17th century by Prince Filippo I Colonna, joining the north-east and south-east watchtowers (traces of this architectural operation are still visible in the masonry). The works were completed in 1728, and the palace immediately became the seat of the Auditor General of the State of Pofi. Its construction is significant from an administrative and bureaucratic point of view as it embodies the essence of the power that the capital of the State of Pofi held at that historical moment, acting as the fulcrum of the political and judicial life of the territory.




Il Museo Preistorico “Pietro Fedele”




Il Museo Preistorico “Pietro Fedele”, importante struttura museale del Basso Lazio, tra le più significative d’Italia, ospita 40 espositori che illustrano tutta la preistoria del Lazio meridionale a partire da un milione di anni fa. Qui è possibile intraprendere uno fra i più affascinanti viaggi nell’Età della Pietra con descrizioni puntuali e approfondite dell’uomo, dell’ambiente e della fauna del Lazio meridionale nel contesto della preistoria europea. Il museo ospita la calotta cranica dell’Uomo di Ceprano, denominato Argil, il più antico reperto fossile di Italia e tra i più antichi d’Europa, attestato attorno ai 400 mila anni fa, ritrovato dal Prof. Italo Biddittu, nel 1994.